venerdì 22 giugno 2012

L'OCCHIO


Una vista senza difetti, perfettamente limpida, che percepisse anche tutte le frequenze al di fuori dello spettro visivo. Occhi che non si distraggono mai, non battono palpebra, non invecchiano, immutabili e perpetui. Due come ora con un campo visivo ristretto, poi altri due sulla nuca, vedendo tutto intorno senza zone d'ombra, senza sorprese, né orientare lo sguardo. Altri due anche sulla calotta cranica, con essi poter vedere sempre anche la volta del cielo. Anzi essere solo occhi, averne anche in basso, e non perdere più nulla di ciò che è attorno. Un collo tondo come una calva, essere un cranio sferico, simile a un pallone di cuoio, con occhi da ogni parte, che vedono tutto intorno. Una palla, una bolla, sospesa nel vuoto, galleggiando e fluttuando leggera per ogni mezzo. Oppure diventare un occhio unico, un globo vitreo, che percepisce tutto attorno, con una potenza tale da rovistare sin nei tempi più antichi, spingendosi per luci vecchie di miliardi di anni, senza limiti di spazio, senza smarrire un'onda o una particella. Una sfera umettata e muta, forse immota nell'universo, che lo percepisce in blocco, intero, tutto allo stesso tempo, divenendone il centro. Vede tutto l’occhio, tranne quella parte che è sé. L’unica zona che sfugge alla vista è delle dimensioni della sfera ciclopica stessa, una sfera che si riduce ad un punto, unico punto dell’universo che tutto vede e non può vedersi. 

mercoledì 6 giugno 2012

Lo Stato Attuale delle Cose.


Facciamo velocemente il punto della situazione. Dunque, se ho bel capito: l'universo parrebbe in espansione, persino lo spazio stesso, e non solo la materia, si espanderebbe, ma il primo a una velocità superiore a quella della luce (e su… non si sa bene cos’altro). Probabilmente è attualmente a oltre i 47 miliardi di anni luce, così si calcola, ma non possiamo saperlo con certezza perché “corre” più velocemente della nostra stessa capacità di osservazione. Io mi trovo da 37 anni (mi dicono, ma non li ricordo tutti) in un posto sito su un pianeta di un sistema solare all'interno dello sperone di Orione, in una galassia detta Via Lattea. Se vi fosse un modellino in scala con un diametro di 130 km che la rappresentasse, il mio sistema solare ne occuperebbe appena 2 millimetri. Il pianeta dove mi trovo sarebbe delle dimensioni di un granello di sabbia, se il sole fosse un pallone da basket, e se anche la Terra avesse tali proporzioni, non so immaginare a cosa potrebbe essere riportata, in scala, la mia testa. La velocità di rivoluzione media della galassia è pari a circa 250 km/s, e per compierne una intera il sistema solare impiega circa 200 milioni di anni. Si calcola che ci siano più di 100 miliardi di galassie, contenenti ciascuna fino a mille miliardi di stelle, e tutto ciò non sarebbe che la minor parte della materia esistente nell'universo (persino solo un 10%). Io vivrò altri pochi e incerti decenni al massimo; questo universo, uno dei tanti, forse infiniti altri, che probabilmente finirà per morte termica tra 10 alla 10 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 (10 alla 10 alla 76) anni, limite superiore perché tutta la materia venga inglobata in buchi neri, esiste già da 13,7 miliardi di anni. Non possiamo avere una immagine attuale dell'universo, quello che sta accadendo nella nostra contemporaneità lo ignoriamo completamente, "vediamo" solo il suo passato. Nel frattempo io avrò avuto mal di denti, sofferto perdite, operazioni chirurgiche, cercato con o senza successo di farmi voler bene, detto scemenze in giro, lavorato con burocrati ligi, superato e non superato esami, mi sarò preoccupato, acceso, rabbuiato, vergognato o spaventato e avrò fatto chissà quante volte con amici e sconosciuti, forse spesso, la figura del cretino, o del grezzo, me la sarò presa o mi sarò entusiasmato per chissà che scemenze e tutto il resto che mi è capitato in una vita che mi pareva sempre così maledettamente importante. Quel che è peggio è che avrò fatto male e mi sarà stato fatto del male chissà che infinità di volte da altri soggetti impegnati a sentirsi il centro del mondo. Magari tutto questo (sarebbe senza dubbio il meno peggio) solo perché, secondo un principio antropico, potrebbe darsi che in un universo debba necessariamente svilupparsi una elaborazione intelligente dell'informazione, ossia soggetti in grado di conoscerlo e interpretarlo razionalmente. Il sommo mistero: quello della conoscenza! Mi sento così inadeguato e fuori posto!